C’è tempo fino al 13 gennaio 2019 per visitare la mostra “Venezia in Chiaro. Dialoghi e silenzi nella pittura tra Ottocento e Novecento” , allestita presso Palazzo Querini a Venezia e promossa dal Museo del Paesaggio di Torre di Mosto, in collaborazione con Fondazione Levi di Venezia, Demarco Arte Since 1953 e con il Patrocinio della Fondazione Bevilacqua La Masa e la Fondazione di Venezia.
L’esposizione è dedicata a quei pittori che tra Ottocento e Novecento hanno saputo interpretare il tema della veduta prospettica e d’invenzione del paesaggio dal vero a Venezia e in laguna, così come le scene di genere legate alla quotidianità popolare e al revival settecentesco con profonda sensibilità cromatica e luministica.
Sono presenti oltre settanta opere, provenienti da importanti collezioni private, presentando un itinerario pittorico che si sviluppa in sei sale tematiche.
Due sale sono dedicate alle scene di genere legate alla vita quotidiana e al Carnevale veneziano che si lega al revival settecentesco di ambienti e giardini, mentre le altre tre illustrano il passaggio dal vedutismo ottocentesco al Paesaggio del vero, tra Realismo lirico e Impressionismo, fino ad arrivare, nell’ultima sala, alla sublimazione del colore con il postimpressionismo veneto a Venezia e nelle isole.
Fra gli autori esposti in mostra, i vedutisti ottocenteschi, con le loro lucide visioni prospettiche di Venezia, nei suoi monumenti principali e negli angoli meno frequentati della città, da Giuseppe Bernardino Bison a Federico Moja, da Carlo Grubacs a Luigi Querena; i pittori di scene di genere a carattere popolare o borghese, tra contemporaneità e nostalgia del Settecento, come Giacomo Favretto, Alessandro Milesi, Luigi Nono, Ettore Tito, Egisto Lancerotto, Italico Brass;i paesaggisti che lavorano in studio ed en plein air come Gugliemo Ciardi e i figli Emma e Beppe, alla quale la mostra dedica un’intera sala, e ancora, Pietro Fragiacomo, Giuseppe Miti Zanetti, Pieretto Bianco.
Ciò che accomuna questi pittori di “scuola veneziana” oppure operanti a Venezia dalla metà dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento, è proprio un’arte, anche quando malinconica, in qualche modo ottimista e quindi luminosa, non solo di cieli al mattino o al tramonto, ma persino nei suoi Notturni o crepuscoli ricchi di riflessi lungo le fondamenta e i canali della città. Un’arte che parte dall’idea precisa di una Venezia trasparente, manifesta e comprensibile, e proprio per questo genuina ed autentica, vicina ai turisti ma anche ai suoi abitanti.
Ritroviamo opere importanti tra le quali: Campo Santa Margherita e Piazza San Marco di Ettore Tito; Quiete in laguna, Mattino in laguna, Ponte dell’Abbazia della Misericordia, di Guglielmo Ciardi; Ingresso di una casa patrizia e In Pinacoteca, di Giacomo Favretto; Il mattino della domenica e La sorella Evangelina, di Luigi Nono; Gran gala e Carnevale in Piazzetta, di Emma Ciardi; Santa Maria del Giglio e Sera in laguna di Beppe Ciardi; El fio de mio fio e Primi passi di Alessandro Milesi; Venezia povera di Pietro Fragiacomo e numerose altre.
“Venezia in Chiaro Dialoghi e silenzi nella pittura tra Ottocento e Novecento”
Palazzo Querini, Venezia,
Calle Lunga San Barnaba, 2691
ORARI:
aperto da mercoledì a domenica
dalle ore 11 alle ore 18
Ingresso libero
Chiuso lunedì e martedì